Grande successo per il Roma Bar Show: il primo evento internazionale svoltosi in Italia, interamente dedicato al mondo del beverage & mixology.
Una grande affluenza di pubblico ha premiato, il 23 e 24 settembre scorsi, il Roma Bar Show. Una manifestazione di portata internazionale che ha visto la partecipazione di centinaia di aziende del settore beverage, mixology ed anche food. Bastino alcuni numeri per dare l'idea della portata dell'evento:
– 9628 presenze
– 28 tasting room
– 8 Academy Lab
– 10 Main Seminars
– Il più grande seminario Mixology (con Marian Beke) mai fatto con oltre 800 partecipanti in un unico auditorium
– 185 stand
– circa 8mila mq coperti tra piazzale, piano primo e secondo più la terrazza
– 3 Finali Italiani (Patron e Montenegro e Bar Black Game di Fernet Branca)
– arrivo della gara ciclistica La Classica by Martini
– Il primo technical lab di Buchi al mondo per Barman
Il numerosissimo pubblico sia degli addetti ai lavori, che degli appassionati, ha così potuto dar libero sfogo alla propria curiosità ed ai propri gusti, avendo a disposizione quanto di meglio offrono attualmente le aziende del settore.
Noi siamo stati presenti entrambi i giorni e (grazie anche ai suggerimenti dell'espertissimo Carlo Dutto) ci siamo dati da fare per esplorare un mondo praticamente infinito, divertente e colorato, tra singoli liquori delle più svariate provenienze, mix “vecchi” e nuovi ed interessanti sorprese. Come sempre però, anche solo fotograficamente (o video graficamente…) è stato praticamente impossibile documentare tutto, figuriamoci se poteva esserlo assaggiare le migliaia di possibili combinazioni alcoliche!
Nonostante i nostri umani limiti però, qualcosa da segnalare ai nostri lettori l'abbiamo ugualmente: iniziamo subito con un bel video e poi passeremo alla “narrazione” vera e propria con le nostre segnalazioni… 😉
Day One
Iniziamo quindi con un “semplice” ma efficace cocktail a base di liquore “Strega“, un classico che non tramonta mai, propostoci da Virginie Amélie Doucet, recente vincitrice della V edizione del premio di Mixology Strega. Degno di nota anche l'amaro Luna Nera, sempre nello stesso stand.
Ottime, le diverse declinazioni del Vermouth del Professore: ambrato, chinato e superiore. Nati dalla volontà di rivisitare grandi classici, grazie alla collaborazione tra il Jerry Thomas Project e la distilleria Quaglia.
Curiosa (e molto buona) un'originale “composizione” da…bere e mangiare…che abbiamo assaggiato presso lo stand Fiume dell'Amaro Pugliese. Un piccolo cestino di pasta con all'interno l'amaro, ricoperto di una spuma a base di latte di mandorle.
Nello stand di Drink|IT venivano invece dispensati (in modo molto originale…) diversi drinks già pronti e, visto anche che quest'anno cade il centenario delle sua invenzione, non abbiamo potuto esimerci dal degustare un bel Negroni.
Un'altra realtà degna di attenzione è stata l'Amaro Venti, presentatoci dal suo stesso ideatore, Marco Rivolta, presso lo stand di Rinaldi 1957. La caratteristica di questo amaro (ottimo sia da solo che nei mix) è la particolare forma botanica, dato che racchiude in se appunto venti essenze, provenienti da ognuna delle regioni italiane. Potremmo quindi ben definirlo come il nostro amaro “nazionale”.
Molto buono il Crafter's, un Gin estone floreale che, curiosamente, cambia colore all'aggiunta dell'acqua tonica. Buono anche il soft-drink Re-Crafted Crafter's, che deriva da un ulteriore lavorazione delle bacche di ginepro, dopo la produzione del Gin stesso.
Per concludere la nostra prima giornata, non ci siamo lasciati sfuggire da Martini un seminario su diverse tipologie di Single Malt Laphroaig, tenuto da Cristina Folgore, Brand Ambassador di Bacardi beam suntory, insieme con Stefano Carlucci, proprietario del mitico Le Bon Bock di Roma.
Day Two
Il secondo giorno, lo abbiamo iniziato (decisamente bene) con l'assaggio del Gin PhD – Philosophiæ Doctor. Un prodotto veramente particolare, dove al ginepro sono accostate le fave di cacao tostate. Un gin tutto italiano, creato da Rossella Liberti insieme ad altri appassionati ricercatori della Facoltà di Medicina di Salerno, che si può benissimo degustare in purezza, accompagnato come si fa con il rum, da un bel pezzetto di cioccolato. La produzione è stata realizzata in collaborazione con Mistico Speziale. Da notare che, la diffusione dei distillati in Occidente la dobbiamo proprio alla Scuola Medica Salernitana a partire dal X secolo. Una grande tradizione quindi, che si rinnova con questa originale iniziativa.
A seguire, segnaliamo Rivo, Il primo Sloe Gin Italiano realizzato con bacche di prugnolo raccolte esclusivamente in Italia. Un gin che, date le sue caratteristiche (le bacche di prugnolo vengono raccolte e selezionate a mano) è prodotto in quantità limitate. Infatti, ogni bottiglia ha l'etichetta numerata a mano. Decisamente per (pochi) intenditori.
Dopo due Gin, abbiamo fatto una sosta presso lo stand Bartender Experience – The world of Mixology by Pernod Ricard, dove abbiamo gustato uno Sparkling Cuban, un cocktail a base di Rum Havana 7, sciroppo di menta e zenzero e Champagne Mumm.
Lunga sosta poi, presso lo stand di Reale DRINK I, dove abbiamo un po' abbassato il tenore alcolico assaggiando alcuni prodotti per mixology, come i succhi di frutta super concentrati de Il Doge o le vere e proprie polpe di frutta di Dreamy, oltre a qualche birra che… non guasta mai. Citiamo La Bassa di Brewfist e l'agricola Rubia – Birra Lara.
Naturalmente, non potevamo rimanere a “bassa gradazione” ancora a lungo e allora, siamo passati ai Mezcal di Los Siete Misterios, prodotti in Messico dal 2010 dai fratelli Mestre. Dietro questi Mezcal c'è la volontà di ripresa ed ulteriore espansione delle antiche tradizioni messicane, sia dal punto di vista delle metodologie di produzione, completamente artigianali, che culturali, legate ad esempio al Dias de Los Muertos. Anche le particolari etichette sono ispirate ai lavori dell'artista di fine ‘800 Josè Guadalupe Posada. Una decina di fazendas collabora con quella famigliare dei fratelli Mestre che, con questa iniziativa hanno dato nuovo impulso e sostegno all'economia locale.
Ancora un “salto” nel tempo e nello spazio ed ecco uno stop da Keglevich, dove… giustamente, ci siamo “dissetati” con un bel K-Fruit Mule a base di Vodka (ne abbiamo parlato QUI).
La sosta seguente è stata allo stand di Bordiga 1988, un'azienda del cuneese che produce tra l'altro il Gin Rosa, caratterizzato da un particolare approccio filosofico “sociale”: tutta la comunità locale viene infatti coinvolta nelle procedure di raccolta delle bacche nelle valli Occitane. Non ci siamo però fermati al Gin, ma abbiamo voluto assaggiare anche il Vermouth Excelsior (a base di barolo di 3 anni). Una riedizione commemorativa per i 130 anni dell'azienda, di un prodotto che risale ai primi del ‘900. Veramente da non perdere!
Una bella sorpresa è stata quella della ditta Bugin, che sarebbe… una macelleria! In realtà, tutto nasce da una macelleria di famiglia, che poi si trasforma in un ristorante che poi a sua volta, per meglio degustare le famose carni (ed i salumi da loro derivati) piemontesi, decide di affiancare loro appositi cocktail ma…. mancava ancora qualcosa: che il Gin venisse prodotto da loro… ed ecco BuGin, il primo Gin Italo/Piemontese botanicamente studiato per valorizzare il gusto e il sapore della carne. Beh, data la situazione logistica, gli assaggi erano limitati solamente ad alcuni salumi (squisiti), ma possiamo confermare che l'idea funziona veramente!
Alla fine della nostra giornata, con la (piccolissima) parte di fegato ancora funzionante, non abbiamo voluto mancare ad un secondo seminario (sempre tenuto da Cristina Folgore). Va bene, ma erano “solo” due Bourbon: Il Gim Beam e Maker's Mark.
Dimenticavamo: ci siamo ovviamente rifocillati “spizzicando” qualcosa in giro, ma soprattutto, grazie alla collaborazione del Mexican Village.
Come avrete potuto capire, ci siamo duramente “sacrificati” per voi, mettendo seriamente a rischio la nostra salute fisica e mentale…. 😀 ed il bello è che, come sempre, lo abbiamo fatto mentre fotografavamo e (come avrete notato) riprendevamo i video. Anzi, vi consigliamo proprio di guardarlo, per avere un'impressione più completa di quello che è stato il Roma Bar Show, pentirvi di esservelo perso (o ricordare i bei momenti se ci siete stati) e… prepararvi per la prossima edizione!
Cheers!
ATTENZIONE!
Raccomandiamo di bere alcolici sempre con moderazione e soprattutto, di non mettervi alla guida dopo averlo fatto.
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