Una serata al Savoy, dedicata al Re dei vitigni piemontesi, nelle sue diverse declinazioni: Barolo, Barbaresco e Roero.
Anche nel 2019, il 21 maggio scorso, a Roma, Go Wine ci ha offerto la possibilità di degustare i prodotti di numerose – circa 30 – cantine produttrici di vini a base di Nebbiolo. Un’occasione particolarmente apprezzata da chi, come noi, ama molto questa tipologia di vini. Naturalmente, questo è solo uno “spaccato” dell’immensa e variegata produzione piemontese, che conta centinaia e centinaia di aziende votate alla coltura ed alla salvaguardia di queste uve che, per nostra fortuna, danno risultati così straordinari.
Essendo stati presenti anche all’edizione dello scorso anno – ne abbiamo parlato QUI – questa volta ci siamo voluti dedicare ad alcune cantine non testate in precedenza oppure, abbiamo assaggiato annate diverse di vini già conosciuti. Non ultimo, abbiamo riservato una segnalazione anche ad alcuni pregevoli vini bianchi, provenienti dalle stesse zone di produzione.
Le nostre scelte
Iniziamo parlando di Beni di Batasiolo – che i nostri lettori già conoscono, anche per la partecipazione al nostro Speciale Rosè – di cui abbiamo particolarmente gradito il Dogliani – avete ragione, questo non era un Nebbiolo ma un grande Dolcetto – oltre ad un ottimo Barolo Briccolina 2013.
Presente anche quest’anno Roberto Sarotto e qui abbiamo scoperto appunto, alcuni notevoli bianchi come lo Chardonnay Puro e soprattutto, l’Arneis Runcneuv. Meritevole anche il Langhe Rosato ottenuto da Nebbiolo in purezza.
Per terminare con le segnalazioni dei bianchi, citiamo il buon Riesling 2017 prodotto da Bric Cenciurio.
Tornando al Nebbiolo, da segnalare anche i seguenti vini:
Silvano Bolmida: Barolo Bussia 2015
Bricco Maiolica: Barolo Contadin 2015
Cà Nova: Ghemme 2011
Cantina Produttori Nebbiolo di Carema: Carema Classico 2015
Cordero di Montezemolo: Langhe Nebbiolo 2017
Moccagatta: Barbaresco Basarin 2015
Moscone: Barolo Bussia 2011
Per concludere, grazie alla presenza di Antica Distilleria Sibona…. uno spettacolare Barolo Chinato ricetta originale.
Naturalmente, non pretendiamo in casi come questo, di aver trattato compiutamente l’argomento, ma non è questo il nostro scopo. Infatti, il compito che ci siamo dati è sempre quello di ricercare e scoprire prodotti di valore, seguendo le nostre (personalissime) inclinazioni, i nostri gusti ed istinti…. per poi segnalare ciò che riteniamo meritevole ai nostri lettori. Non un dogma ovviamente, ma uno spunto di riflessione, un’indicazione, un minimo di linea guida, per iniziare ad orientarsi in campi vastissimi, quasi infiniti… come la produzione enologica italiana.
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